Sono molto orgogliosa di essere stata invitata da sei biblioteche rionali milanesi per presentare le mie quattro conferenze che rappresentano un progetto nonché un programma di prevenzione contro la violenza di genere.
In un anno circa ho presentato 21 conferenze e mi sono trovata di fronte a un pubblico sempre diverso, più o meno sensibile, più o meno spiritoso, più o meno loquace o curioso, comunque sempre ricco di sorprese e di validi contributi, sia che si trattasse della condivisione di esperienze personali, sia che si trattasse di semplici considerazioni, pensieri, opinioni, riflessioni espressi ad alta voce.
Ogni volta ho acquisito maggiore sicurezza, maggiore preparazione, ma soprattutto maggiore apertura. Il mio obiettivo era quello di evitare il più possibile il giudizio dinnanzi a persone che spesso non la pensavano esattamente come me. Questa è stata la prova più ardua e parzialmente superata. Per questo motivo mi sento cresciuta professionalmente e personalmente.
Alla base del counseling c’è il principio dell’assenza di giudizio, ovvero io sono come l’altro e l’altro è come me. E non importa la sua cultura, la sua educazione, la sua estrazione sociale, il suo aspetto, la sua etnia e il suo personale modo di comunicare: ognuno ha il diritto di essere ciò che è, di esprimere ciò che è, senza che io, Jolanda, o Jolanda-counselor, abbia qualcosa da ridire o da criticare.
Grazie a tutti gli utenti delle varie biblioteche che mi hanno insegnato ad essere maggiormente paziente, tollerante e accogliente.
Grazie anche al disturbatore della biblioteca di Parco Sempione, perché mi ha messo a dura prova e in seria difficoltà, facendomi capire che anche questo può capitare durante le mie conferenze e che devo essere pronta a sapermela cavare anche quando il pubblico non è particolarmente ben disposto nei miei confronti. Avendo superato quella prova, mi sono rafforzata e sentita più sicura.
Così come mi sono sentita più forte nell’ammettere che non tutto quello che mi veniva chiesto era nel mio sapere. All’inizio ero terrorizzata dall’idea che qualcuno mi chiedesse nozioni a me sconosciute. Ora ho imparato che è sufficiente ammettere umilmente di non sapere e promettere di andare poi ad approfondire per rispondere la volta successiva.
Saggio è colui che sa di non sapere.
Socrate
Grazie a tutti dal cuore, dai bibliotecari sempre cortesi e disponibili agli utenti curiosi, attenti, generosi.
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