Sono Jolanda, ho 55 anni…

… e quando ho rivelato al mio Maestro la mia volontà di proseguire gli studi con una laurea in psicologia, egli ha esortato esclamando: “Bellissima idea!”. Subito ho continuato esprimendo le mie perplessità: “Da una parte ho il desiderio di approfondire le conoscenze acquisite fino ad oggi e dall’altra la volontà di dimostrare qualcosa…”. “Dimostrare qualcosa a chi?” fu la sua domanda. E io: “Principalmente a me stessa”. Ed egli di rimando: “C’è qualcosa di male nel voler dimostrare qualcosa a se stessi?”

Detto e fatto. Nel giro di pochi giorni, mi ritrovo a colloquio con Chiara dell’Università E-Campus e compilo la domanda. Ecco! Sono felice e sorprendentemente emozionata. Teresa, la mia fedele amica, mi accompagna, mi sostiene, interessata da sempre alla mia crescita ed evoluzione in campo intellettivo e spirituale. In realtà sono anni che stiamo crescendo insieme. Tornata a casa, vorrei dirlo al mondo, come chi ha vinto un terno al lotto, si è appena innamorato, si realizza e gioisce attraverso una passione, si trova di fronte a un miracolo. Primo messaggio ai miei tre figli, che condividono la mia felicità, esortandomi con gli emoticon: mani che applaudono, pollici in su, bottiglia di spumante, coriandoli, fuochi di artificio ecc. E con tutti i timori del caso, prima di tutto quello del possibile fallimento, lo comunico alle amiche e agli amici più cari. È fatta! Fra un mese si comincia.

Dovrei essere nella parte discendente della mia esistenza, eppure mi sento di avere ancora tanto da fare e disfare, dire, progettare, lottare, desiderare, sognare e infine gioire e godere. Vorrei avere tanta vita davanti, molto tempo a disposizione per appassionarmi ancora e ancora, sempre più. Sarà che mi sembra di avere vissuto poco e male per gran parte della mia vita, in maniera oserei dire “offuscata”.

Il mio risveglio vero è avvenuto nel 2005, precisamente a febbraio. Quando si tocca davvero il fondo, poi non si può che risalire, e in quel preciso momento io atterrai violentemente sul fondo più profondo che avessi mai sperimentato. Solo quando si cade così in basso, e si muore dentro, può accadere che o ti lasci irreversibilmente andare, o risorgi dalle tue stesse ceneri. La rinascita non è immediata: è un lungo, lento e difficoltoso percorso in cui continuamente si cade, ci si rialza, per poi cadere di nuovo. E quante volte non si intravede neanche lontanamente il traguardo, anzi più si procede e più sembra di tornare indietro e dover ricominciare tutto daccapo. In verità è una mera illusione quella che ti convince di essere sempre nello stesso punto o addirittura di avere fatto uno o diversi passi indietro.

Ogni essere umano è in perpetuo mutamento, in incessante evoluzione e non è possibile né stare fermi né tanto meno indietreggiare. Ogni istante di vita aggiunge peso, valore, esperienza al vissuto di ognuno di noi, rendendoci diversi dall’istante precedente. E nel giro di poco o tanto tempo, in maniera soggettiva, ogni persona si ritrova diversa, cambiata, lontana da ciò che era in precedenza. Questo è accaduto a me, in questi ultimi undici anni di gioia e sofferenza, piccoli e grandi obiettivi raggiunti o mancati, successi e insuccessi, cadute e ricadute.

Oggi sono una nuova me, più forte e consapevole, con tanta strada ancora da percorrere, che vorrei fosse infinita, e che, mi auguro, possa durare ancora lunghi anni, altrimenti come intraprendere ulteriori battaglie, vincite e sconfitte? Come evolvere più che posso in questa vita?

Sono Jolanda, ho 55 anni, e fra non molto darò il mio primo esame universitario. La vita è imprevedibile: una fantastica avventura di resilienza e speranza. Sono fortunata.
Grazie alla Vita per tutto questo.