“Se nella vita esiste un qualche significato, allora deve esistere un senso anche alla sofferenza… perché la sofferenza è una componente inestirpabile della vita.”
Viktor Frankl (1946)

Nei miei percorsi di crescita e nelle mie conferenze mi capita spesso di ripetere che tutto ciò che arriva nella vita di ognuno di noi è la cosa più giusta. Questo è uno scoglio molto duro da superare per quasi tutti. É difficile credere che una morte, una malattia, un abbandono, una perdita siano giusti per ognuno di noi, visto che questi eventi ci fanno stare male e ci danno molta sofferenza. Eppure è così. Non esiste uomo o donna sul Pianeta Terra che sia stato miracolato al punto da non soffrire mai, o da essere accompagnato unicamente da amore, fortuna, benessere, salute e quanto di meglio si possa desiderare. Questo ci spinge a credere che una vita priva di dolore e sofferenza non esista. Ma è a questo punto che forse varrebbe la pena di fare un distinguo tra dolore e sofferenza.

Dolore è qualcosa che non può essere evitato (morte, malattia, perdita della casa, del lavoro) mentre sofferenza dipende unicamente dall’essere umano e potrebbe essere evitato se solo lo volessimo davvero o se solo fossimo abbastanza evoluti.

Voler vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, voler essere pessimisti sempre e comunque, voler continuare a soffrire per una perdita, anche dopo il canonico e famoso periodo del lutto, tutto questo sicuramente ci dà sofferenza e non aiuta a vivere una vita di senso, possibilmente anche gioiosa e felice.

Non sono una filosofa e non sono in grado di scrivere un trattato sulla felicità, sulla gioia, sul dolore o sulla sofferenza. Ma cinquantaquattro anni della mia vita con tutte le esperienze annesse e connesse mi hanno fatto soffermare su tali concetti e comprendere che spesso (o quasi sempre) siamo noi gli artefici della nostra esistenza e dei nostri “umori” nonché atteggiamenti.

Pochi semplici ingredienti sarebbero sufficienti per stare meglio: dare un senso alla nostra vita, essere umili, gioiosi, appassionati, generosi, avere un’ampia apertura di cuore, rispettare noi stessi in primis, gli altri e tutto ciò che ci circonda nel nostro Pianeta Terra e nel nostro Universo, indipendentemente dal nostro credo, dalla nostra fede, dalle nostre convinzioni.

Alzarci ogni mattina e ringraziare Dio, o chi per Lui, per questa meravigliosa avventura che è la nostra esistenza su questo pianeta, ricordandoci continuamente che siamo vivi e vegeti, nel Qui e Ora, e che la vita valga veramente la pena di essere vissuta perché… tutto ciò che arriva, tutto ciò che la Vita ci offre è davvero la cosa più giusta per noi!