“L’importante è che ci salviamo la vita, che ce ne importa delle case” mormora un’anziana donna ischitana con un filo di voce, con gli occhi umidi di lacrime.

E di vite ne salvano gli angeli del terremoto. Proprio oggi tre piccoli bimbi sono stati estratti dalle macerie dopo la scossa avvenuta ieri sera a Ischia.

E il ricordo corre là, lungo la via di Vermicino, in quel lontano 1981. Diciotto ore di diretta televisiva, stavo studiando per l’esame di maturità: le ultime 18 ore di Alfredino, 6 anni, seguite da tutta Italia, con ansia, paura, terrore, sofferenza, dolore, partecipazione, empatia e immedesimazione. Vi invito a leggere l’articolo che troverete qui.

Sono trascorsi quasi quaranta anni ma non cambia l’Amore, la determinazione, la forza, il coraggio dei quali sono dotati gli angeli che hanno deciso di occuparsi delle catastrofi naturali e salvare quelle povere anime che hanno la sfortuna di trovarsi non solo nel momento sbagliato, ma anche nel posto sbagliato.

E quelle mani di angelo, che anche allora avevano scavato per riportare Alfredino alla luce, continuano a scavare, con la determinazione di sempre, incuranti del pericolo, delle intemperie, del freddo, del caldo, della loro stessa incolumità. Alfredino allora non ce l’aveva fatta, il suolo sotto di lui continuava a cedere man mano che i soccorritori cercavano di raggiungerlo e afferrarlo, aveva raggiunto 60 metri di profondità.

Un coraggioso volontario, Angelo Licheri, piccolo di statura e molto magro, autista-facchino presso la tipografia romana “Quintily” di via di Donna Olimpia, si fece calare nel pozzo artesiano per tutti i 60 metri di distanza dal bambino. Licheri, cominciata la discesa poco dopo la mezzanotte fra il 12 ed il 13 giugno, riuscì ad avvicinarsi al bambino, tentò di allacciargli l’imbracatura per tirarlo fuori dal pozzo, ma per ben tre volte l’imbracatura si aprì; tentò allora di prenderlo per le braccia, ma il bambino scivolò ancora più in profondità. Per di più, nell’effettuare il suo coraggioso tentativo, involontariamente gli spezzò anche il polso sinistro. In tutto, Licheri rimase a testa in giù ben 45 minuti, contro i 25 considerati soglia massima di sicurezza in quella posizione, ma dovette anch’egli tornare in superficie senza Alfredino.”

Ma quante vite sono state salvate e continuano ad essere salvate da quelle mani di angeli, quanti bambini, anziani, giovani, donne, uomini, animali.

Quando mi soffermo a guardare le immagini dei salvataggi, nella mia mente un solo pensiero. Non c’è solo cattiveria e insensatezza nel mondo, finché siamo attorniati da angeli silenziosi che con le loro mani nude, al massimo coperte dai guanti, sono pronti a rischiare la propria vita per salvare il loro prossimo.

Un caloroso abbraccio virtuale ad Alfredino e ai più fortunati fratellini di Ischia, nonché un grazie infinito ai Vigili del Fuoco, ai Volontari della Protezione Civile e a tutti coloro che con Amore dedicano la loro vita alla sopravvivenza del genere umano, animale e vegetale.

Grazie.