«Puoi sterminare un’intera generazione, bruciare le loro case e troveranno una via di ritorno.
Ma se distruggi la loro storia, la loro cultura è come se non fossero mai esistiti.»
Dal film Monuments Men
Insieme alle atrocità messe in atto dagli uomini del Califfato (forma di governo adottato dal primissimo Islam che rappresenta l’unità politica dei musulmani) nei confronti dei prigionieri politici o dei civili durante gli atti terroristici, continuano le barbarie, che l’Unesco ha bollato come crimine di guerra, che hanno l’obiettivo di distruggere il patrimonio artistico e storico dell’umanità.
L’ultimo crimine di guerra dello Stato Islamico riguarderebbe Hatra, l’antica città a 100 chilometri a Sud di Mosul, fondata nel III secolo avanti Cristo dalla dinastia dei Seleucidi. Una distruzione “che segna un punto di non ritorno nella terribile strategia di pulizia culturale in corso in Iraq”.
La sequela di scioccanti atti del Califfato, contro la cultura e le opere, parte da lontano e rischia di travolgere altri siti se non si pone un argine.
È stata la mia collaboratrice Federica a segnalarmi la frase, qui di seguito riportata, tratta dal film Monuments Men.
“Puoi sterminare un’intera generazione, bruciare le loro case e troveranno una via di ritorno. Ma se distruggi la loro storia, la loro cultura è come se non fossero mai esistiti.”
Ogni colpo inferto a un monumento, ogni taglio impresso in una tela, ogni libro o documento bruciato è una ferita al cuore di ognuno di noi esseri umani, se ancora possediamo un po’ di umanità.
Lo scempio ai patrimoni storici, artistici e culturali mi ha fatto fare un collegamento con le origini dell’essere umano. Ognuno di noi infatti non può e non deve permettersi di rinnegare le proprie origini. E per origini intendo i propri genitori oltre che i propri avi; così come nessuno al mondo può o meglio potrebbe permettersi di distruggere la storia e la cultura dell’umanità. E tutto ciò per un semplice, semplicissimo motivo: come esseri umani, se rinnegassimo le nostre origini, come potremmo comprenderci davvero? Come potremmo sapere chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare?
Io credo che l’eredità genetica oltre a quella culturale ed esperienziale fa di noi esattamente l’essere umano che siamo e nessun altro e niente altro. E il primo passo verso la consapevolezza di noi stessi risiede proprio in questo: conoscersi profondamente e arrivare ad amarsi finalmente per ciò che si è senza eccezioni di sorta. Accettare tutto di noi nel bene e nel male, compreso tutto quel bene e quel male che le nostre origini potrebbero contenere.
Distruggere la nostra storia è equiparabile a chi compie volontariamente un disastro ecologico. In entrambi i casi c’è un assoluto non-rispetto non solo dell’essere umano, ma anche del meraviglioso luogo in cui vive, il Pianeta Perra.
E ora una semplice domanda.
Cosa sarebbe il nostro mondo senza le meraviglie della natura e senza i capolavori dei Maestri del passato e del presente?
La mia risposta è: Un solo, insignificante e triste non-senso.
E la vostra?
L’ANNO APPENA TRASCORSO CONFERMA UNA REALTA’ CRITICA ; SEMPRE PIU’ ITALIANI S’IMPOVERISCONO, FACCIAMO SEMPRE MENO FIGLI ED ABBIAMO PERSO LA CERTEZZA DI CHI SIAMO SUL PIANO DELLE RADICI, FEDE, IDENTITA’, VALORI, LEGGI E REGOLE. DOBBIAMO RISORGERE. CI VORRA’ FORSE UN MIRACOLO . E COSA DI MEGLIO SE NON ISPIRARSI AL DONO DELLA VITA CHE SI RIGENERA ATTRAVERSO TUTTI NOI DI ANNO IN ANNO.
Grazie Valter per il tuo cortese contributo.
Mi trovi pienamente d’accordo con te.
E’ difficile oggi credere in un mondo migliore, ma nel dono della Vita, questo sì, è semplice. Io voglio crederci a tutti costi.
C’è ancora molto da salvare, a partire dalle relazioni umane, quelle più evolute, ovvero quelle più “pulite”, sincere, trasparenti.
Come è nostro dovere salvare il cuore, quello autentico, quello che non pensa solo a sé, ma anche agli altri cuori nonché al Cuore dell’intero Universo.
C’è da salvare l’Essere Umano, il Mondo Animale e Vegetale, la Natura tutta, il nostro Pianeta Terra. E’ un nostro dovere insindacabile. Troppa bellezza non può essere distrutta da una limitata stupidità umana. Ci dobbiamo credere.
E d’ora in poi quando parliamo di Vita è un nostro dovere scriverla con una “V” maiuscola, per ribadire il nostro ossequioso rispetto e per sottolineare la sua “Sacralità”!