Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem nunc cognosco ex parte, tunc autem cognoscam sicut et cognitus sum.
San Paolo

“Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.”
San Paolo

Probabilmente sulla base di un’affermazione di S. Paolo, tutto il Medioevo fu portato a interpretare la realtà come simbolo, e la natura come una complessa tessitura allegorica in cui Dio celava la sua Verità. Compito dell’uomo è leggere nello specchio e trovarvi le chiavi interpretative della volontà divina. Dio in pratica si “riflette” nel mondo, e lo speculum diventa un punto di riferimento, un modello da imitare, o anche una raccolta sapienziale.

Per quanto mi riguarda, leggendo questo enunciato ho immediatamente realizzato che lo stesso stava risuonando in me forte e chiaro. Era come se San Paolo avesse previsto e predetto il mio pensiero odierno. Perdonatemi la battuta di spirito. Sono sempre stata consapevole che la fede ovvero la fiducia nel Trascendente è tutt’altro che dimostrabile. Ciononostante io ci credo. E quando mi ritrovo a conversare tra me e me, mi ripeto: non ha importanza se il Trascendente esista davvero o meno. Quando passerò a miglior Vita, vi saranno due possibilità: o lo scoprirò, e a quel punto saranno confermate tutte le mie ipotesi e la mia fede, oppure vi sarà uno zero assoluto, e, non essendoci nulla, ma proprio nulla, fine dei giochi, assoluto stop agli arrovellamenti mentali.

Tuttavia, avendo io fiducia nella Vita e nel Trascendente, risuonano in me le parole di San Paolo: …ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto… E voglio credere che il Trascendente esista e allora, quando arriverà il mio momento, io voglio pensare che io conoscerò perfettamente, comprenderò tutto!

A questo proposito desidero esprimere un augurio speciale alla mia anima e a tutte le anime del mondo, indistintamente. Che la nostra vita terrena non sia stata vana e che ci attenda davvero un mondo altro, migliore, speciale – e perché no? – perfetto, che dia un senso a tutte le brutture a cui stiamo assistendo, che possa spiegare l’impoverimento e la caduta inesorabile dell’uomo che ci fa dimenticare la nostra natura di sacri esseri umani.

Buon Natale a tutti, ma proprio a tutti, indistintamente.