Quante volte andiamo a visitare le città d’arte munite di cartine, guide turistiche (sia in carne e ossa che cartacee) e con l’entusiasmo e lo stupore del bambino che una volta eravamo?
Questa volta abbiamo voluto farlo con la nostra grande Milano, che tanto amiamo e a volte anche odiamo, o meglio per la quale nutriamo troppo spesso un sentimento di indifferenza.
Noi Milanesi sempre di fretta, sempre con tanto, troppo da fare.
Abbiamo chiesto a Gianluigi Costa, guida turistica free-lance, di accompagnarci nella Milano sconosciuta ai molti, quella che non è propriamente meta dei tradizionali giri turistici. E abbiamo scoperto un nuovo mondo. Eravamo 16 donne, tutte amiche accomunate dalla nostra anima, e il nostro atteggiamento è stato di sincero entusiasmo e di apprezzamento, anche di stupore, nei confronti di tutto ciò che incontravamo.
Gianluigi, la nostra amabile guida, in sintonia con il nostro modo di essere, ci dava informazioni, rispondeva alle nostre domande, sempre paziente di fronte alla nostra lentezza, o alla nostra voglia di scherzare e di perdere tempo. Sembravamo scolarette in gita, con la voglia di vivere insieme un’esperienza estetica e al contempo ludica.
Partenza dalla stazione Centrale, il primo gioiello incontrato è stata la ex Cascina Pozzobonelli.
Attualmente è visibile, dal lato sud di Piazza Luigi di Savoia, l’originaria e meravigliosa cappella della villa (progettata da Donato Bramante), con parte del portico che la collegava al palazzo. Nessuna di noi si era mai accorta di questa meraviglia, nessuna di noi ne conosceva l’esistenza.
Da qui in poi una serie di piccole e grandi scoperte.
Ne cito solo alcune: al Castello Sforzesco, all’interno della Sala del Tesoro c’è un affresco attribuito a Bramantino che rappresenta il mitologico Argo “che tutto vede” coi suoi cento occhi anche se tutt’oggi risulta decapitato da un rifacimento postumo. Il mito rimane e il gigante greco continua a vegliare sui tesori sforzeschi assistito da due fedeli pavoni. L’opera ha lasciato tutte letteralmente a bocca aperta per l’energia che l’affresco emana e il suo “sapore di antico”: parliamo del 1490.
Ultima tappa è stata Piazza Mercanti, che ovviamente tutte conoscevamo, ma nessuno sapeva ad esempio che il pozzo, che si trova nel mezzo, è l’ultimo pozzo milanese esistente ed originale, così come nessuno era a conoscenza del suo spostamento, nel momento in cui dovettero creare una strada (Via dei Mercanti) che portasse dal Duomo al Castello Sforzesco.
E chi aveva mai visto la scrofa semilanuta, bassorilievo presente sulla facciata del Palazzo della Ragione? La scrofa semilanuta è un animale mitologico, il simbolo della città di Milano prima dell’età comunale. La leggenda vuole che il fondatore di Milano fu il celta Belloveso, che attraversò le Alpi e il territorio degli Edui per arrivare nella pianura Padana. Belloveso vide nel luogo indicato da una dea Belisama in sogno, una scrofa di cinghiale che aveva la particolarità di avere il pelo molto lungo sulla parte anteriore del corpo (per questo viene detta scrofa semilanuta).
Quattro ore e mezzo di camminata intervallata da un tipico tram milanese risalente al 1928, e dalla Linea 5 (la MM lilla) della metropolitana di recente costruzione, alla scoperta di una Milano da vedere, in cui modernità e antico si mescolano in maniera a volte anche armoniosa, una Milano da osservare, da apprezzare. Potrei continuare a descrivere tutto ciò che ci è stato magistralmente raccontato e mostrato da Gianluigi, ma preferisco terminare con questa domanda:
quante volte passiamo davanti a delle meravigliose opere architettoniche, pittoriche, scultoree, o anche a meravigliosi paesaggi naturali e non notiamo nulla, concentrati sul nostro fluire incessante di pensieri?
Lo sto dicendo a me in primo luogo: giunta è l’ora di fermarsi un attimo e guardare con gli occhi di quella bambina che sono stata e re-imparare a sentire i profumi, a vedere i colori e identificare i particolari, ad ascoltare i suoni del mondo in cui viviamo.
Me lo auguro di cuore e lo auguro a chiunque si sia dimenticato di quanto sia bella la nostra Milano, il nostro mondo, la nostra Vita.
Sono stata una delle 16 fortunate amiche a condividere questa bellissima esperienza. Per me, milanese Doc, sempre troppo indaffarata e parecchio ignorante delle meraviglie della mia città è stata una vera e propria scoperta! Un grazie a Jolanda per averci dato questa possibilità e a Gianluigi per averla realizzata in modo così eccezionale